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Gastronomia confezionata
Il valore del mercato
€ 81.600.000
Il volume del mercato
8.405 tonnellate
La dinamica dei consumi in valore
+13,2%
La dinamica dei consumi in volume
+13,4%
Il peso delle zone in volume*
Nord-Ovest 51,0%
Nord-Est 19,5%
Centro 19,9%
Sud 9,6%
Il peso dei canali distributivi in volume
Iper+Super 42,2%
Super > 1.000 mq  27,3%
Super < 1.000 mq 30,5%
Fonte: ACNielsen-Food, iper+super, anno terminante a gennaio 2001 e variazioni % sull'anno precedente
L'evoluzione dei consumi e lo scenario competitivo

Il consumo di gastronomia fresca confezionata è in forte crescita. A determinarla, vi sono le stesse ragioni che hanno creato il successo dei piatti pronti surgelati: buona qualità, livello di servizio, aggancio con la tradizione gastronomica italiana.

Il raffronto con il comparto dei piatti pronti surgelati è particolarmente opportuno, nel cogliere le dinamiche evolutive di questo mercato, anche in relazione alle importanti differenze esistenti fra i due. Innanzitutto, lo scarso peso delle marche nazionali nella gastronomia confezionata, che invece nell'universo surgelato trainano i consumi e godono di rilevanti quote di mercato.

Questo fattore opera in senso sfavorevole al mercato della gastronomia confezionata, poiché gli investimenti in comunicazione - indispensabili per una categoria caratterizzata da un'alta incidenza degli acquisti d'impulso - sono molto limitati.

Peraltro, nel mercato qualcosa sta cambiando, e movimenti competitivi come il recente acquisto di Vogliazzi da parte di Granarolo e l'entrata nel comparto di Fini (Chiari e Forti) spingono a prevedere probabili ulteriori crescite dei consumi, che potrebbero essere molto significative se sostenute da una forte pressione pubblicitaria.

L'offerta, va sottolineato, vede nella gdo una forte presenza delle preparazioni a marchio distributivo e un'ancora più marcato ruolo della gastronomia sfusa venduta al banco assistito, che si stima superare di quasi 2 volte e mezzo la gastronomia confezionata.

E', questo, un altro elemento di diversità del mercato rispetto a quello dei piatti pronti surgelati, dove invece la presenza della marca distributiva è agli albori. Il risultato di questa situazione, in termini di spazio occupato a scaffale e quindi di visibilità, è una quota dei metri lineari dedicati al fresco che i produttori lamentano troppo scarsa rispetto ai connotati del mercato della gastronomia confezionata. Valga anche qui, però, quanto rilevato sulla necessità di sviluppare una coraggiosa politica di brand industriale.

Il consumo di gastronomia confezionata presenta una caratteristica che raramente si ritrova nell'universo del largo consumo alimentare: oltre la metà dei consumi in volume riguarda il Nord-Ovest del Paese.

Le potenzialità di questo mercato potranno essere sfruttate a condizione che la categoria accresca e consolidi le caratteristiche di naturalità alimentare. Non va sottaciuto, a questo riguardo, che l'immagine di naturalità legata alle tecniche di conservazione dei surgelati ha contribuito significativamente a sospingere le vendite dei piatti pronti surgelati. E' su questo punto che la gastronomia confezionata subisce la potente concorrenza delle versioni surgelate e di quelle confezionate/sfuse di marca o preparazione distributiva.

La proposta di nuove ricettazioni, talvolta legate alla cucina etnica, se possono offrire all'industria maggior presa sugli acquisti d'impulso, non risolvono la questione fondamentale di questo mercato, che abbisogna di un rafforzamento della intera categoria. Non è svicolando dal confronto diretto con le categorie concorrenti - che oltretutto nel caso dei surgelati si arricchiscono continuamente di nuove varianti gastronomiche - che potrà essere attenuato il carattere attualmente sporadico del consumo di gastronomia fresca confezionata.

Gli ultimi dati aggiornati nell'Italy Report Food 2010

...Le quote di mercato in valore e in volume...I canali distributivi che crescono...Lo sviluppo dei consumi nelle aree geografiche...Il peso e l'evoluzione dei segmenti...

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